Taleggio - Guida Turistica

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 Le belle chiese parrocchiali che  conservano alcune pregevoli opere d'arte, i semplici, ma suggestivi oratori sparsi un po' in tutte le contrade, gli antichi nucclei oggi quasi disabitati sono, assieme all'ambiente naturale, gli aspetti piu' interessanti della Val Taleggio.
 Elemento comune a tutta la Valle Taleggio e' la straordinaria forma di architettura rustica che, eccettuati gli esempi analogici della vicina Valle Imagna, non trova eguali in altre parti del mondo.
 Gli imponenti tetti in pietra, pesanti tonnellate, sono la caratteristica di stalle e baite della parte piu'alta della valle Taleggio e di diversi edifici dei nucclei abitati. Esempio tipico di questo singolare modo di costruire e' la bellissima acropoli del Fraggio, oggi del tutto disabitata, dove appaiono evidenti malgrado i danni irreparabili subiti in questi ultimi anni, i segni di quella che dovette essere una specie di fortezza di confine, raggruppata attorno alla chiesetta di Sant' Antonio interamente costruita, al pari del resto del borgo, con pietre reperite in qualche cava vicina. Altra nota tipica dell' Architettura locale ravvisabile sopratutto negli abitati piu' grossi, e' una certa signorilita' degli edifici, generalmente a forma di torre con grandi ballatoi in legno sporgenti su piu' facciate, appena al di sotto del tetto. Il problema della conservazione di questo patrimonio e' di grande attualita'non mancano esempi di recupero attento alla salvaguardia delle strutture originarie, ma il processo di decadenza e' avvertibile un po' dovunque, perche' spesso e' venuta meno la sensibilita' individuale ed e' stata carente la programmazione di interventi organici che potessero valorizzare i pregi non comuni di queste importanti testimonianze.
 La Valle Taleggio, e' una vallata Prealpina Lombarda immersa nel verde, tranquillita', arte, itinerari montani e naturalistici, ne fanno una vallata ideale per trascorrere le proprie vacanze.
 Anche se non ricade tutta nei confini del Parco delle Orobie, la valle e' di fatto, un grande parco, ricco di verde, di essenze rare e di fossili oltre che di specie animali che si possono incontrare un po' dovunque, lungo il Percorso delle Cime o anche nel primo praticello o nrl bosco ai margini dei paesi: basta muoversi con l'occhio attento. Tutti gli itinerari descritti sono interessanti anche dal punto di vista naturalistico; una segnalazione particolare la si puo' spendere per il quarto che, suggestivo in tutto il suo tratto e , tra l'altro, con sorgentine ricche di fauna macroinvertrebrata, porta alla meraviglia della sorgente dell'Enna. Per l'appassionato della fauna minuscola suggeriamo oltre a questa e al percorso, Salzana-Fraggio la visita a due sorgenti che sono tra i piu' importanti biotipi della Valle Taleggio. La sorgente Mufolenta si trova lungo la "strada bassa", vecchia carrareccia costruita dai vedesetesi a inizio secolo e che da Olda-Vedeseta portava al Buco, nell'Orrido. La zona quella dei tornanti non molto prima del ponte crollato sull'Enna. Lungo la strada la roccia e' molto scura e fittamente stratificata (Argilliti di Solto) ma in prossimita' dei primi tornanti compaiono dei calcari chiari, compatti (Dolomia principale). Al contatto tra queste due formazioni una disastrata vasca in pietra ci rivela la sorgente. Qui nulla di particolare ma, se ci affacciamo sul ripido versante dove si dirigono le sue acque notiamo che queste scorrono su di un grande ammasso di concrezione calcarea, da esse depositato,  col favore di un ampia coltre muschiosa. Postandoci alla base di tale ammasso e seguendolo, ci accorgiamo che tale fronte di concrezione (detta impropriamente anche di tufo calcareo) prosegue per un buon tratto, in questo caso e' "fossile". L'ammasso rivela tratti con l'impronta ben evidente di tubuli di muschi e di foglie che furono inglobate dal concrezionamento. Sempre sul versante ai piedi di Olda i minuscoli molluschi acquatici sono meglio osservabili in una serie di sorgenti che si inoltrano lungo la carreggiata che si stacca dalla "Strada bassa" e scende al Ponte dei Senesi. Qui e' presente anche il minuscolo crostaceo Gammarus balcanicus.
 La miglior concentrazione e la piu' facile da raggiungere, la possiamo trovare nel cuore della valle. In proposito, tuttavia. la miglior concentrazione, e la piu' facile da raggiungere, la possiamo trovare nel cuore della valle, tra S. Ambrogio di Pizzino, chiesa matrice, e S. Bartolomeo, chiesetta legata alla sepoltura e alla devozione dei morti. Piu' che itinerari veri e propri quelli posti sono un pro memoria delle localita' piu' interessanti. Seguendo anche a diverse riprese, a seconda del tempo a disposizione, possiamo conoscere la ricchezza degli interni delle parrocchiali di Pizzino e di Sottochiesa (splendida pala di Andrea Vicentino, 1851), quest'ultima con a fianco la bella torre romanica e circondata dai borghi e scoprire la suggestione della gotica chiesina di S. Lorenzo del Fraggio (foto a fianco) dal tetto in piöde restaurato e di quel che resta dell'importante abitato alpestre, posto forse lungo la via del sale; possiamo restare incantati davanti alla pala dell'Assunta dei pittori lotteschi Francesco di Bonetto e Luciano da Imola dentro il santuario di Salzana (1466), per secoli centro di spiritualita' e di seguiti quaresimali e fino al '500 circondato da un insediamento completamente sepolto con i suoi abitanti da una frana, o girovagare tra Monteruccio (chiesina di S. Antonio, un tempo riccamente affrescata per mano dei Baschenis) e Piazza Morandi coi dolci prati e gli innumerevoli edifici rustici o sederci nel silenzio di Retaggio, forse uno dei primi insediamenti in valle.
 E ancora possiamo far risuonare i nostri passi sui ciottoli di mulattiere ben conservate o emozionarsi davanti alla fontana di S. Carlo o seguire per un tratto gli antichi confini di Stato - sottolineati dai poderosi cippi (termenu') dell'ultima delimitazione confinaria, 1760 - dal sagrato di S. Bartolomeo, in antico chiesa parrocchiale di Vedeseta, fino a Vaccareggia passando per il Cantello a est di Reggetto. E infine possiamo farci prendere alla magia della Corna di Pizzino con le case abbarbicate e il suo castello guelfo che non c'e' piu'.
Frazioni:
OLDA
 Olda, la sua chiesa fu eretta dal 1477 al 1487. Ricostruita nel 1770, venne consacrata il 15 Agosto del 1897 dal Vescovo Gaetano Camillo Guidani che la confermo' l'antico titolo dei santi Pietro e Paolo e incluse nella mensa dell'altar maggiore le reliquie dei Santi Alessandro, Prospero e Valentino.
SOTTOCHIESA
 Caratteristica di Sottochiesa e' la Torre Campanaria dalle belle bifore romaniche. Essa si innalza accanto alla Parrocchiale che conserva, nel suo interno, diverse opere d'arte fra le quali una splendida pala a firma di Andrea Vicentino (1581), raffigurante la Vergine e i Santi Francesco, Rocco e Cecilia. L'antica chiesa sorge nel quattrocento su un nuccleo precedente risalente al Duecento. Nella piazza del paese (capoluogo del Comune di Taleggio) una colonna del 1609 ricorda la fedelta' alla repubblica Veneta.
PEGHERA
 Peghera conserva ancor oggi i suoi favolosi rustici nelle contrade Asturi e Costa. La sua chiesa, gia' esistente nel 1378, si rese autonoma e venne consacrata il 18 Luglio 1495. La Parrocchiale conserva una delle migliori opere di Palma il Vecchio: e' un polittico a sette scomparti che raffigura S. Giacomo con i lati S. Rocco e S. Sebastiano, al secondo ordine il Cristo deposto e i santi Ambrogio e Antonio abate, in alto l'Eterno. E' considerato uno dei piu' notevoli saggi della tipica visione del Palma e tra pochissimi suoi dipinti rimasti in provincia.
PIZZINO
 Nell'abitato di Pizzino attorno al santuario ci sono boschi e pascoli, incantevoli panorami  e dolci colori. La tradizione vuole che tutti gli abitanti di Taleggio vi salgono la seconda festa di Pasqua: prima la messa, poi la colazione sul prato con uova e radicchio. Dell'antico castello di Pizzino non e' rimasta traccia: sorgeva su un alto picco dove si trova ora un gruppo di case assai caratteristiche. Un reperto archeologico, custodito presso la parrocchiale, reca scolpita a caratteri romanici la data MX. E' una pietra con croce, forse una chiave di volta, che si assicura appartenesse alla primitiva chiesa di S. Ambrogio, sorta intorno al Mille, la piu' antica della Valle Taleggio.