Taleggio - Guida Turistica

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.: TALEGGIO
 Taleggio è un comune di 573 abitanti della provincia di Bergamo.
 Il comune di Taleggio raggruppa le localita' di Sottochiesa, Pizzino, Olda e Peghera. La soleggiata esposizione dei borghi lungo i declivi conferisce al paesaggio note d'inconfondibile dolcezza alpina, tali da giustificare l'appellativo di "piccola Svizzera". A Taleggio sono tipici gli edifici con i tetti a forte pendenza, ricoperti da pietre sovrapposte a gradini. Il torrente Enna, che raccoglie le acque di tutto il bacino, scende tortuosamente a valle aprendosi il varco tra i ripidi precipizi, a margine dei quali scorre la strada di collegamento con San Giovanni Bianco, detta appunto dell'orrido di Taleggio.
 L'origine del nome TALEGGIO, deriva dalla base latina "TILIETULUM" nel significato di "piccolo tiglietto" attraverso una forma di "TILETLUM" diventa poi TILLEGGIO . I primi abitatori furono probabilmente cacciatori o pastori, si dice provenienti dalla vicina Valsassina, che via via trasformarono le basi di pascolo in sedi stanziali. Nel dialetto gli echi di linguaggi prelatini, ligure, retico, celtico, ma tanto, tantissimo latino. I documenti ci portano all'eta' carolingia quando questo territorio fu dato in possesso al vescovo di Milano. Poi l'arcivescovo Roberto Visconti lo cedette in feudo a Bernabo' e Galeazzo Visconti. Proprio sotto Bernabo', nella seconda meta' del Trecento, la valle dovette mandare come tributo a Milano 200 forme di formaggio "bene stationatum".
 La posa, che duro' poco, ci da' la chiave di lettura dell'attivita' economica principale dei valtaleggini lungo i secoli che e' stata, e in parte lo e' ancora, quella dell'allevamento del bestiame e della lavorazione del latte, attivita' che ha portato i bergamini valtaleggini sulle strade delle trasumanze e a installarsi un po' ovunque nella fertile piana lombarda, specie nel milanese e nel lodigiano, e ha regalato al mondo un formaggio tenero che e' noto, appunto, come Stracchino Taleggio. La chiesa piu' antica e' considerata quella di S. Ambrogio di Pizzino, le qui origini vengono fatte risalire all'anno mille e dipendeva dalla Pieve di Primaluna, in Valsassina. Sicuramente anteriore al 1300 anche la chiesa di S. Bartolomeo, antica parrocchiale di Vedeseta, citata con S. Giacomo di Peghera, nel Liber Notitiae Sanctorum del 1280 di Goffredo da Bussero. Nel 1566 S. Carlo Borromeo, da poco arcivescovo di Milano, fece visita a tutte le parrocchie della Valle Taleggio, comprese quelle che ormai da piu' di 1 secolo facevano parte della Serenissima Repubblica Veneta.
 La storia politica del tardo Medioevo e', infatti, complicata: lungo il 1300 e il 1400 le antiche famiglie della valle presero parte alle infinite lotte tra guelfi e ghibellini, eressero torri di cui oggi non abbiamo tracce e si combatterono fieramente. Per i guelfi parteggiarono i Salvioni, gli Offredi e i Bellaviti di Sottochiesa, Peghera e Pizzino e le famiglie di Olda; con i Ghibellini, invece, si schierarono gli Arrigoni i Quartironi, i Rognoni di Vedeseta. Roccaforte di quest'ultimi la torre d'Orlando a Vedeseta e un fortilizio al Pianchello di Regetto, i guelfi avevano il loro riferimento in quello che le antiche mappe riportano come "castrum picini", il castello di Pizzino.Una parentesi nelle lotte fratricide sembro' aprirsi quando nel 1358 (o , per altri, 1368) nella contrada Lavina di Vedeseta, alla presenza del delegato di Bernabo' Visconti, gli esponenti delle maggiori famiglie non solo della Valle Taleggio ma anche della Valle di Averara si diedero, "in nomine Domini", i primi Statuti di autonomia che prevedevano, tra le molte cose, anche una conduzione unitaria delle due vallate.
 Ma pochi anni dopo, nel 1393 i guelfi bruciano Vedeseta e gli Arrigoni fanno scattare la rappresaglia su Peghera agli inizi del 1400 entra in campo la Serenissima Repubblica Veneta e le divisioni tra le famiglie diventano anche divisioni territoriali. I confini diventano confini stato. Tra Ducato di Milano e Serenissima si venne a primi accordi territoriali il 1428 sanciti poi nella pace di Ferrara (1433) e, forse, dalla posa dei primi cippi confinari (i termenu'). Ma una grave violazione avvenne poco dopo (1438) con l'assedio del castello di Pizzino da parte dei ducali. La clamorosa rotta di quest'ultimi, soccorsi nella foga dagli Arrigoni di Vedeseta, procurera' a questa famiglia, come ricompensa ampi privilegi e esenzioni (che saranno a lungo confermati).